Artrosi della Caviglia
L’artrosi è quel processo degenerativo che coinvolge le cartilagini articolari. Queste, quando malate, progressivamente si assottigliano e si sfaldano scoprendo le ossa sottostanti che vengono in diretto contatto tra di loro. Il movimento diventa difficile, limitato e spesso molto doloroso. La gravità della malattia artrosica varia a seconda del grado di compromissione della cartilagine. (Fig.1 – Fig.2)
Le cause del processo artrosico a carico della caviglia possono essere molteplici. Nella maggior parte dei casi il danno articolare è secondario a pregressi traumi articolari acuti (fratture della caviglia o della gamba, lesioni legamentose croniche che esitano in caviglie instabili) od a microtraumi ripetuti nel tempo. In altri casi la responsabilità dell’insorgenza della patologia è da ricercarsi in processi infiammatori sistemici come ad esempio l’artrite reumatoide.
La cura di tale patologia dipende dal grado di degenerazione artrosica. Lo spettro di possibilità terapeutiche è molto vasto.
La prima arma di difesa è costituita dai trattamenti incruenti (fisioterapici) spesso associati a cure mediche (anti-infiammatori) per via locale o generale. Se questi ultimi non sono sufficienti a migliorare o risolvere la sintomatologia dolorosa, utili ed efficaci si dimostrano i trattamenti infiltrativi. Questi possono essere eseguiti, a seconda della gravità della patologia, mediante l’utilizzo di particolari farmaci anti-infiammatori associati a diverse formulazioni di acidi ialuronici (che hanno la funzione di preservare e la cartilagine articolare rimanente e di “lubrificare” l’articolazione). Le terapie finora illustrate sono attive solo sul sintomo (il dolore) e non sulla causa del problema (la degenerazione della cartilagine)
Oggi la nuova frontiera della terapia incruenta dell’artrosi è costituita dall’utilizzo di infiltrazioni di plasma autologo (ovvero prelevato dal soggetto stesso) ricco di piastrine (PRP). Questo si ottiene mediante il prelievo dallo stesso paziente di un certo quantitativo di sangue che viene poi centrifugato ed adeguatamente preparato dallo specialista ematologo. L’intera procedura si esegue direttamente presso uno studio adeguatamente attrezzato e richiede solo pochi minuti. Le piastrine degranulandosi (leggi: aprendosi), rilasciano una varietà di fattori di crescita che sembrano essere efficaci, entro certi limiti, nella rigenerazione cartilaginea e quindi nella cura della causa dell’osteoartrosi.
Un’altra alternativa consiste nella pulizia intraarticolare par via artroscopica che consiste nel regolarizzare le superfici articolari cercando di livellarle asportando i detriti cartilaginei ed eseguendo delle sinoviectomie riducendo l’ipertrofia sinoviale che spesso è causa di dolore.L’intervento appunto viene eseguito in artroscopia,in anestesia locale ed è molto poco aggressivo per il paziente.Il recuper è molto rapido.
Quando il processo diventa gravemente invalidante è necessaria la chirurgia sostituiva. Oggi si prediligono tecniche, il cui scopo è quello di eliminare il dolore e restituire mobilità mediante impianto di artroprotesi (Fig.3 Fig.4) (articolazioni artificiali). Tuttavia in casi molto avanzati è necessario ricorrere a tecniche più aggressive quali l’artrodesi (l’eliminazione dell’articolazione stessa) con grande soddisfazione del/della paziente. Grazie all’evoluzione scientifica e tecnologica tutti questi interventi possono essere eseguiti in anestesia periferica (si addormenta solo tutto o parte dell’arto inferiore), con recupero relativamente rapido della deambulazione. Il controllo del dolore è estremamente efficace grazie alle moderne tecniche anestesiologiche anch’esse minimamente invasive.