Protesi di spalla: l’intervento
Chirurgia protesica della spalla: le tipologie di protesi
Esistono due tipologie di protesi di spalla: protesi totale (anche detta artroprotesi) e protesi parziale (endoprotesi).
La protesi totale (Fig. 1) prevede la sostituzione della testa omerale con delle cupole metalliche.
La protesi parziale (Fig. 2) prevede la sola sostituzione della parte omerale.
Esiste poi la protesi anatomica che riproduce l’anatomia normale della spalla mentre la protesi inversa (Fig. 3) inverte la normale anatomia della spalla al fine di ristabilire la funzionalità dell’arto.
La protesi anatomica è indicata nel caso in cui il paziente abbia un’età compresa fra i 60-70 anni, sia affetto da artrosi gleno-omerale e la cuffia dei rotatori abbia una buona funzionalità (Fig. 4 A-B-C).
Diversamente, una protesi inversa è indicata nel caso di lesione della cuffia dei rotatori inveterata non riparabile (Fig. 5A-B).
Indicazioni chirurgiche
Le indicazioni all’impianto di una protesi anatomica:
- Presenza di artrosi di spalla dovuta all’usura della cartilagine articolare della spalla (Fig. 6);
- dolore e limitazione funzionale ai movimenti attivi e passivi;
- la cuffia dei ruotatori deve essere integra e il trofismo muscolare buono.
Le indicazioni ad una protesi inversa sono:
Artrosi in esito di rottura massiva irreparabile della cuffia dei rotatori: dovuta alla rottura dei tendini della cuffia dei rotatori che porta alla risalita della testa omerale con consumo anormale delle superfici cartilaginee ed esito in dolore e perdita progressiva della funzionalità della spalla (Fig. 7).
Fratture pluriframmentarie dell’omero prossimale: fratture della testa omerale in pazienti anziani in cui la sintesi non è indicata a causa dell’alto rischio di necrosi vascolare della testa dell’omero (Fig. 8).
Esiti di fratture dell’omero prossimale: fratture viziosamente consolidate della testa omerale (Fig. 9).
Controindicazioni
- lesioni nervose periferiche: in caso di lesione del nervo circonflesso con conseguente deficit del deltoide, l’impianto di una protesi inversa è sconsigliato a causa inefficienza della stessa protesi e del rischio di instabilità di essa
- grave osteoporosi: la scarsa qualità dell’osso può sia aumentare il rischio di fratture iatrogene intraoperatorie sia il rischio di mobilizzazione precoce dell’impianto.
Planning pre-operatorio
Al fine di eseguire una corretta diagnosi e una corretta programmazione pre-operatoria, sono necessari esami strumentali come:
- Radiografia (RX) della spalla
- TC della spalla
- Risonanza magnetica (RM) della spalla
Caso clinico: La protesi inversa
In questo caso (Fig. 10, 11, 12, 13) si evidenzia un quadro di grave artrosi della spalla in paziente con lesione dei tendini della cuffia dei rotatori e degenerazione del ventre muscolare della cuffia dei rotatori.
Per questo è stato necessario l’impianto di una protesi inversa (Fig. 14) seguito da uno specifico programma riabilitativo della spalla.
Il risultato a 4 anni (Fig. 15, 16) mostra ottimi risultati in termini di funzionalità e in assenza di dolore.
Intervento di protesi di spalla
L’intervento viene eseguito a cielo aperto in anestesia generale.
Sono necessari 3/4 giorni di ricovero.
Tutore
Il paziente mantiene il tutore (Fig. 17) per 3 settimane con il fine di far guarire i tessuti molli.
Riabilitazione
Dopo l’intervento il paziente viene sottoposto ad un programma di riabilitazione personalizzato (della durata orientativa di 2/3 mesi) per il successivo recupero del movimento e il ritorno alle comuni attività quotidiane.
Lo sapevi che?
La prima protesi di spalla è stata impiantata nel 1893 dal chirurgo francese J.E. Pèan: una protesi in platino e caucciù su un uomo di trent’anni affetto da tubercolosi della testa omerale.